Tracce di antiche fornaci e varie testimonianze d’archivio hanno fatto presupporre l’esistenza di un’attività ceramica sin dall’epoca araba: invece, i primi ritrovamenti ceramici risalgono alla scoperta del vecchio cimitero comunale (1878-1880), che rappresenta l’espressione più genuina della creatività degli artigiani stefanesi.
Per diversi secoli l'attività della ceramica rimase circoscritta alla produzione di oggetti di uso domestico, quali stoviglie e recipienti per l'olio e l’acqua. Nel XVIII secolo, quando il cotto cominciò ad essere smaltato, l‘arte fittile stefanese subì un grande salto di qualità, Le tecniche per la produzione dello smalto e dei colori vennero così apprese dai maestri maiolicari provenienti da Napoli.
In questo periodo, l'attività cominciò a spostarsi anche sulla produzione di ceramiche artistiche, impiegate nelle decorazioni di ambienti interni ed esterni dei palazzi gentilizi. Tra gli antichi manufatti di maggiore pregio artistico oltre ai piatti dipinti a colori smaglianti con motivi di fiori e frutta, si ricordano gli “alborelli”: vasi da farmacia a forma cilindrica allungata che servivano a contenere le spezie.